I nativi digitali: intervista col Professor Salvatore Natoli

Natoli nella IX lezione del corso tenuto in Bicocca nell’anno Accademico 2013/2014”Le strutture del potere: dalla sacralità alla democrazia rappresentativa” Lei ha  toccato il tema della scuola dicendo che nell’800 la scuola era “leggere, scrivere e far di conto” e la scuola , forse il primo esercizio di strutture di potere, nasce come scienza la Pedagogia e ha usato questa espressione “la scuola come esercizio della formazione della società”….”alfabetizzazione di massa, dunque la stampa del libro a tutti”….”questo è compito degli stati”

Oggi si va verso un mondo digitale anche a scuola, l’accesso alle informazioni è libero, spariranno anche i libri, in teoria si dovrebbe arrivare alla digitalizzazione più completa anche se fra qualche anno, ma molto prima di quello che possiamo immaginarci  , lei come vede , pensa che ci sarà un cambio dell’assetto pedagogico ?Facevo una correlazione tra crisi dello stato e crisi della scuola della scuola, del libro…..Lei vede un cambio dell’ assetto pedagogico?

NATOLI:

Direi che se consideriamo la tendenza, già abbiamo segnali evidenti che la digitalizzazione diventa universale……che il movimento è irreversibile.

Tutti sanno, lo si dice oramai è nel senso comune, che l ‘elemento digitale inizia già in età infantile, con i giochi, giochi elettronici, hanno in larga parte sostituito o comunque accompagnano i giochi in ambienti materiali, e questo significa alfabetizzazione perché l’alfabetizzazione avviene anche attraverso questi processi, una tempo si raccontavano le favole, ecco tutto questo adesso avviene attraverso il digitale, il computer, con possibilità molto maggiori di interattività , cioè di entrare nella favola!

già lo faceva il bambino con la domanda, perché molte volte noi le cose le riteniamo nuovissime, ma no, molte volte il bambino non solo ascoltava ,ma interveniva, dipendeva dal grado di partecipazione, ecco queste dimensioni di base presenti nella dimensione cognitiva ed emotiva dei soggetti si trasferiscono pari pari sulla macchina, quindi ci sono delle dinamiche profonde che si riproducono dentro il mezzo, solo che il mezzo moltiplica l’effettività.

Ora come già diceva Hegel “ad un certo momento l’aumento progressivo delle quantità cambia anche le qualità”….ad un certo livello la modificazione della quantità diventa una variazione qualitativa quindi il modo della percezione e dell organizzazione dell’intelligenza ….ecco quindi direi questo è il quadro, la cornice, e la tendenza è irreversibile.

Ecco si tratta di vedere però, come per qualsiasi mezzo, quali sono le potenziali patologici che sono connesse a qualsiasi strumento introduce possibilità di alterazione e questo sistema allargato della comunicazione ha il vantaggio di fare accedere in modo molto veloce all’ informazione, e si tratta di vedere se il digitale permette una costruzione argomentativa.

Allora qui due considerazioni: già dentro il digitale la dimensione dell’universalità  cala quanto più la domanda è specialistica, cioè dire, se tu vai in un sito di Fisica e puoi frequentare il sito di fisica se in teoria conosci la fisica …..perchè se non conosci la fisica…..quindi già dentro al sistema digitale ci sono dei blocchi dove l’accesso è dal punto di vista pratico realizzabile però è irrilevante, nel senso che  se tu non hai la competenza del tema non stai….quindi diciamo che la dimensione più allargata è anche quella più generica, quella più occasionale, più bricolage, in formazione minuta, quasi a rasentare la curiosità, ecco quando tu alzi il livello immediatamente l’accesso si riduce, non perché la rete te lo impedisce ma se non hai la formazione adeguata non puoi.

Ecco allora direi che quello che io vedo importante nella scuola è che deve entrare nei processi di formazione un’educazione all’uso del mezzo perché il tuo specialismo, la tua competenza può ulteriormente crescere con un accesso grande …..e puoi avere in tempi più brevi conoscenze più profonde, più scaltrite ,soprattutto in un tipo di sapere come quello scientifico dove le scoperte, ma anche i fallimenti, sono molto più veloci di quanto non accada in altri ambiti di conoscenza, ma anche in altri ambiti di conoscenza questo succede.

Quindi fare in modo che si possa apprendere attraverso il computer potenziandone le possibilità in senso positivo; quindi la capacità di sviluppare argomenti intradisciplinari e anche extradisciplinari e allora questo vuol dire un educazione logica-associativa e questa deve essere accompagnata, nel senso che sono delle operazioni dove il computer da solo, secondo me non basta, e quindi già i genitori devono avere una preparazione adeguata ad accompagnare i figli nella fase iniziale e devono essere anche accompagnati a questo, dalla scuola ….quindi occorre  mescolare, fondere insieme la novità del mezzo con un accompagnamento critico che esige complessivamente una guida …..e non una guida standard, perché anche il computer ti da delle istruzioni sui percorsi che devi seguire, ma fino ad ora sono  ancora istruzioni standard, non c è una conoscenza diretta del soggetto e delle sue esigenze, ancora il computer ancora questo non lo sa, il computer non sa cosa c è nella mente, nelle emozioni di chi opera sul computer, bisognerebbe arrivare ad un’animazione del computer come il robot di Kubrick che non vuole morire-ma qui entriamo nell’ambito della fantascienza- e via tutti gli aspetti cognitivi ed emotivi, le insorgenze che ci sono nel soggetto nel suo percorso pedagogico hanno bisogno di una conoscenza diretta, quindi bisogna integrare la dimensione formativa che rappresenti i genitori o il maestro con il mezzo; poi evidentemente quando l’intelligenza si è strutturata avrai meno bisogno del maestro come guida, però ti servirà sempre la dimensione del colloquio diretto come la dimensione di potenziamento della conoscenza stessa.

Ma il sistema pedagogico, cioè l’idea che sia lo stato che impone i programmi ,cioè non pensa che verrà superato? anche si parla molto di tribù, i ragazzi che si connettono, che si parlano , e non solo a livello scientifico o a “età universitaria” ma anche pre-adolescienziali…..Lei non crede che ci sia un superamento di quel sistema pedagogico, cioè oggi si possono prendere informazioni, possono scambiarsi informazioni basiche, ma anche con i giochi con il bambino di 7 anni che gioca e si collega con il bambino delle Filippine o Americano…..

Questo non cambia l’impianto perché diciamo quello che sta crescendo, il grande successo di Facebook, sono i social network, nei social network si scambiano conoscenze, opinioni, anche informazioni e però non è detto che questo produca  argomentazioni perché l’argomentazione è di per se una struttura lenta e quindi ha un movimento diverso da quello della  rete che è una struttura veloce ….l’argomento esige di avere, di vedere una connessione molto più lunga, più diramata, più articolata, più piena di conseguenze e questo tipo di discorso non sempre si svolge a livello di rete….si svolge  questo si, e torno al discorso di prima, negli ambiti disciplinari forti e allora li non ci si scambia informazioni generiche, su come è il tempo o su cosa è la giustizia, che pure è una cosa importante e decisiva nella vita degli uomini, ma ognuno dice la sua, ecco ci sono Livelli….ecco io ritengo che dentro la rete non ci sia democrazia…dentro la rete ci sono a livello potenziato accessi più o meno alti a secondo della formazione dei soggetti.

Nella sua ultima lezione del corso del corso tenuto in Bicocca nell’anno Accademico 2013/2014”Le strutture del potere: dalla sacralità alla democrazia rappresentativa” siamo arrivati a discutere sulla crisi di oggi della Democrazia rappresentativa.

Ora è indubbio che oramai in pochi mesi cambiano gli scenari molto velocemente e cambiano gli strumenti , oggi qualsiasi cosa si faccia , anche negli aspetti decisionali della politica, tutto finisce in rete subito, in video e sicuramente già ci sono in alcuni movimenti sistemi di votazione in rete e forse si arriverà molto presto a votare in maniera elettronica, digitale…..

Che  sviluppi vede nel processo del potere , Lei si è fermato alla Democrazia Rappresentativa ad oggi , non abbiamo parlato di un elezione con il digitale , la rete….quali scenari vede nel processo del potere prossimo futuro.

Direi che anche qui siamo dinanzi ad un processo tendenzialmente irreversibile, con qualche mutazione, e che si arrivi al voto digitale questo è abbastanza normale…..solo che anche nella democrazia rappresentativa nella forma odierna, il momento vero di un processo democratico non è l’atto del votare, anche se di per sé non è irrilevante, ma è come si arriva al voto, cioè come si forma il consenso, come si costruisce un’opinione diffusa….e allora è cambiata la forma della comunicazione, direi l’Agorà, è cambiata la piazza, anche se molte volte la piazza è funzionale alla rete perché la rete sono numeri, parole, folla di discorsi, però abbiamo visto di recente che la piazza rafforza la rete, perché oramai il digitale è anche televisione cioè integrato , quindi una piazza diventa oggetto di discorso, una piazza piena o vuota abbiamo visto diventa oggetto di discorso, ma questo in tutto….per esempio l’utenza dello sport del calcio adesso non è negli stadi ma in televisione ,cioè la maggior parte della gente vede la partita in poltrona non negli stadi, però se gli stadi fossero vuoti sarebbero vuote anche le persone quindi anche se le piazze si spengono, bisogna inventarle perché ci sia uno spettacolo discorsivo, quindi si integrano i sistemi.

Allora come si forma il consenso? Con quale competenza democratica chi vota va a votare, questo problema rimane anche con la rete.

Qual è il vantaggio? Che nella rete tu puoi avere la possibilità di inserirti e di avere delle informazioni molto più ricche di quelle che non ti danno i giornali, perché hai più siti…cioè puoi fare un esplorazione che permette di motivare il tuo voto con una consapevolezza forse anche maggiore, quantomeno un informazione più ricca.

Però qui si torna di nuovo al tema della competenza….cioè tu vai in rete: ma conosci Tu -un Tu collettivo- quali sono i luoghi decisionali? Sai interrogare la rete? Oppure ti fermi sul profilo delle persone- Renzi mi piace, Renzi non mi piace- cioè sulla sovrastruttura rappresentativa e poi sui processi decisionali profondi quale politica economica fare, perchè, qual è il sistema finanziario nel mondo, dove sono gli i punti vuoti, dove sono  gli elementi tossici…..vabbè qui se non hai un informazione minima dell’economia non capisci niente; quindi nella rete si produrranno e già si stanno producendo dei grandi discorsi retorici che non ti fanno raggiungere i problemi ma sono delle coperture e abbondano anche quelli e forse direi che i discorsi retorici abbondano sulla rete molto di più di quelli circolanti; quindi l’allargamento della palestra ti da una possibilità di inserimento maggiore, ti da una possibilità di discussione pubblica anche più ricca, ma questo non rassicura sulla competenza!

E poi nelle reti ci sono i responsabili di rete, cioè sono i personaggi influenti che buttano temi nella rete. Allora il tema può essere più o meno attraente, si apre un sito, ma chi lo apre quel sito? Ad un certo punto questo sito ha un numero infinito di adepti perché produce temi interessanti, ma il fatto che siano interessanti per gli adepti sono importanti per valutare davvero come vanno le cose?

Quindi direi che in termini di democrazia, dentro le rete si riprodurranno quei fenomeni di opacità che ci sono anche nei processi democratici tradizionali.

Li aumenta o li diminuisce?

Tutte due insieme, perché le due cose sono complementari , perché da un verso tu hai una possibilità di accesso e di inserimento alle fonti molto più grandi e questo ti da conoscenza, ma nello stesso tempo sulla rete si possono veicolare tutta una serie di discorsi di informazioni devianti o comunque dominanti che non ti permettono di avere una valutazione sufficientemente analitica e fredda.

Aumenta il potenziale di informazione ma aumenta anche il potenziale di  deviazione, manipolazione. Devi avere sempre soggetti formati!

Diciamo che i Nativi Digitali, che nel mio lavoro faccio partire come base temporale dal 1996, questa generazione, queste generazioni che fra 20 anni saranno tutte nel mondo del lavoro, nella politica, saranno la futura prossima classe dirigente …..Lei vede, cresciuti in un mondo digitalizzato, cresciuti e formati in un ambito pedagogico diverso, svolgono politica in modo diverso, lavorano in ambiti e modi digitalizzati…..Lei vede, oltre che una discrasia generazionale, una differenza antropologica?

Si, Si…..basta andare in ufficio postale. Se tu osservi l’impiegato di 60 anni e hai quello di 20 ….quello di 60 con lo stesso computer per fare un operazione impiega il triplo di tempo dell’altro perché il problema è anche le abilità manuali…..

Immaginiamoci fra 20 anni……

Anche qui il discorso, c è un discorso facile scontato e tautologico….certamente che sarà diverso, questo non c è dubbio…..il problema è vedere come sarà diverso.

Io ho indicato dentro la rete il riprodursi con delle variazioni anche significative di meccanismi di base , che ci sono nelle condotte cognitive ed emotive delle persone.

Ecco a lungo andare, e quindi il come diventa un grande punto interrogativo, come cambieranno le cose? Io ritengo che effettivamente ci sarà un’incidenza sulle strutture della conoscenza, ci sarà!, non saprei dire come, non ci sono elementi per poter individuare questo però indubbiamente le forme di conoscenza cambieranno, anche i modi di argomentazione cambieranno , le regole discorsive cambieranno….però individuare questo processo è molto difficile….mettiamola così: come si apprenderà la Fisica? ecco io ritengo che le leggi fisiche, i sistemi di algoritmi difficilmente cambieranno, ma si apprenderà nello stesso modo in cui si è appreso fino ad adesso? oppure la macchina produrrà nel cervello modi di apprendimento che noi non siamo nelle condizioni di vedere oggi?

Aumenteranno le capacità di organizzazione del pensiero oppure crescerà la dinamica dello spot, del twitter? Il twitter non è più un argomento, una volta c’erano i poeti che facevano gli spot pubblicitari, adesso tutti fanno spot….in poche parole uno spot è un argomento? oppure una folgorazione che permette di pensare? crescerà questo  elemento di  opportunità di enfasi? cresceranno i battutisti o i logici?

Ecco difficile stabilirlo….quello che ritengo essere decisivo è che certamente, secondo me, i modelli cognitivi cambieranno ma non saprei dire quale logica si costruirà.

Noi abbiamo degli indicatori che la “forma uomo” si modificherà, come si è modificata nella storia, questo è una probabilità alta….non abbiamo la possibilità di sapere come è e per una ragione anche di fondo, che nell’evoluzione lenta,  pur nelle cesure, quello che cominciava tutto sommato non era così discontinuo dal passato, le modificazioni erano di tipo lungo e quindi confrontabili, qui invece abbiamo processi accelerativi e quindi dal passato oggi noi non possiamo apprendere come una volta rispetto al futuro, cioè la curva è meno disegnabile, ma già i soggetti se si guardano al futuro si sentono diversi!

Grazie